Di una cosa ero certo: delle pessime condizioni “di salute" del complesso di S. Bartolomeo a fronte di un vincolo totale, improprio e per certi versi inopportuno che ha sottoposto a tutela non solo la chiesina ma anche tutti gli altri immobili e locali ad essa connessi ed annessi, compresi stalla, pollaio e porcilaie, rendendo complicata la messa a punto e la gestione di un intervento di recupero. Sarebbe stato difficile, molto difficile...
Nemmeno questo però era sufficiente perché lo stato di conservazione effettivo del tutto, emerso - al di là di quello resosi già manifesto con crolli del tetto e dei solai e di parti delle murature - solo a lavori iniziati, mi ha lasciato davvero allibito... murature praticamente prive di fondazioni, murature che stavano insieme solo per gravità, murature in cui quella che una volta era stata malta (seppur povera quanto vogliamo) era divenuta sabbia, murature che avrebbe potuto smontare anche mio figlio con le mani se non fosse stato per il peso delle singole pietre che - semplicemente appoggiate le une sulle altre - non hanno necessitato nemmeno di pulizia per poter essere riutilizzate!!!
Ho conosciuto Cinzia ed Adelmo grazie ad un amico: “ti vorrei presentare delle persone che avrebbero il desiderio di fare alcune cose a casa loro ed hanno bisogno di un tecnico..." ed è così che ho scoperto delle grandi persone, appassionate dalla loro casa, dalla vita, dal legame che hanno instaurato con la nostra terra che non era la loro ma che lo e divenuta a tutti gli effetti perché la amano, la sentono parte di loro e stanche ogni tanto se ne allontanano per seguire i propri interessi in giro per l'Italia, appena possono vi rientrano perché è qui che hanno deciso di vivere, è qui che sta la loro casa, perché tutto questo gli manca, per riposarsi e rigenerarsi c poi ripartire. E la passione con cui vivono quello che fanno si vede proprio nell’entusiasmo e nell’attaccamento con cui hanno seguito ogni vicenda del complesso di San Bartolomeo, nella volontà ferrea di voler acquisire questo luogo a tutti i costi non appena se ne è presentata l'occasione per impedirne la rovina totale e recuperarlo all’uso anche della gente di Montepulciano di cui si sentono, a questo punto direi a ragione, parte. Cinzia, semplice, sensibile, appassionata ma decisa ed intraprendente, Adelmo uomo ed architetto di grande esperienza, spinto sempre a ricercare il massimo nella sua grande ed importante conoscenza professionale, a me il compito (ahimè non sempre grato) di raccordare e conciliare queste grandi, forti spinte emotive e realizzative con i meandri imposti dalle norme e dalla burocrazia che purtroppo caratterizza questo Paese e condiziona ogni operare; non è sempre facile far capire a chi vuol fare a tutti i costi, a chi specialmente è abituato per carattere, per modo di pensare, per influenze genetiche e geografiche a viaggiare su ritmi veloci, che ci son tempi tecnici (ma anche “non tecnici”) che purtroppo devono passare, non è sempre facile in queste condizioni tenere a freno l’esuberanza professionale di un uomo che come Adelmo ha navigato per mari di ogni genere c condizione (anche se forse in tempi in cui la pressione legislativa e burocratica erano diverse da adesso)!
In tutto ciò la presenza illuminante di Fabrizio (per me altra gran¬de acquisizione personale e occasione di crescita professionale), ingegnere abruzzese che con il suo carattere mite e pacato c con la sua genialità, ha contribuito direi in maniera fondamentale al recupero del tutto: Adelmo non ha mosso pietra senza prima acquisire il suo parere che a volte ha aspettato anche a lungo dimostrando una insospettabile pazienza...